Un blogger italiano in Australia

16/01/2014

I consigli di Giordano per un'esperienza di vita in Australia

Sydney

Vi ricordate di Giordano, il blogger di www.giordanodallabernardina.com che racconta delle sue avventure in Australia? Ve l'abbiamo presentato qualche tempo fa in un'intervista nella quale ci parlava del suo blog, questa settimana HostelsClub ha pensato di ricontattarlo per avere qualche informazione e consiglio utile per chi sta per fare un'esperienza simile alla sua. Ecco qui le domande che gli abbiamo fatto:

Perchè l’Australia?

Banalmente potrei dire che mi ha sempre attirato l’idea di un posto che fosse così lontano e che esprimesse quell’ideale equilibrio tra tecnologia e natura. L’Australia coniuga città modernissime e funzionanti a paesini sperduti in mezzo a paesaggi incontaminati e quasi infiniti. Più concretamente cercavo anche un paese in cui poter imparare l’inglese e che fosse economicamente forte, in modo da offrire quante più opportunità possibile. L’America non mi ha mai interessato più di tanto e l’Europa sfoggia una situazione non proprio brillante, indipendentemente dal Paese. La scelta era comunque limitata all’Inghilterra dato che volevo imparare l’inglese, ma non ho ritenuto che potesse offrirmi molto di più.

Inoltre, era l’ultima chance che avevo per ottenere il visto, dato i limiti di età, per cui ho deciso di approfittarne.

Dopo quasi tre anni ritengo ancora che fosse la scelta giusta.

Giordano in Australia (Pinnacles Desert)

Come hai organizzato il tuo viaggio e quali erano le tue paure prima di partire?

Ci tengo a dire che ho evitato nel modo più assoluto le pagine e i gruppi su Facebook. Troppa gente che discuteva in base a gusti personali e poche le informazioni concrete e precise. Ognuno diceva la sua e alla fine la confusione e le informazioni sbagliate erano quasi scontate.

Ho preferito concentrarmi su libri e siti ufficiali, specialmente per questioni legate al Visto, al lavoro e all’alloggio. Mi sono inoltre appoggiato ad una agenzia per l’iscrizione ad una scuola di inglese appena arrivato e un primo alloggio in ostello di circa due settimane. A parte questo mi sono arrangiato.

Una volta sul posto mi sono dato da fare con gli annunci trovati in giro e su alcuni siti molto usati localmente. Se vuoi sapere qualcosa di un posto devi parlare con la gente di QUEL posto.

In Australia c’è un ufficio per ogni cosa e la burocrazia, appena possibile, è ridotta al minimo. Le informazioni che vi servono sono tutte li, a vostra disposizione.

Non avevo particolari paure, perché tendenzialmente dopo la decisione presa mi sono concentrato sul come ricavarne il meglio. Ho riflettuto molto prima di partire (ho aspettato due anni); questo tempo mi ha dato modo di riflettere sulla decisione e spesso di metterla in discussione, pensando ad eventuali risvolti negativi.

La paura del fallimento è quella che mi sento di citare di più, ma credo che sia presente indipendentemente dal luogo in cui ci troviamo.

Come sono stati i tuoi primi giorni lì? Dove alloggiavi? Chi ti ha dato qualche dritta per dare una piega alla tua vita australiana?

I primi giorni non li scorderò mai. Praticamente ho camminato due settimane in giro per la città col naso per aria. Assorbivo ogni singolo dettaglio e ogni differenza. Volevo vedere tutto e poi ricominciare ancora.

Per le prime settimane ho alloggiato in un ostello che definire spartano significa dare un nuovo significato alla parola spartano… Però la mia priorità era tutto tranne che la comodità per cui non solo sono rimasto le settimane inizialmente prenotate, ma ne ho aggiunte addirittura quattro… Volevo togliermi il pensiero dell’alloggio fino a quando non fossi sicuro della zona da scegliere. Inoltre, volevo avere la libertà di esplorare la città ed ambientarmi per bene, soprattutto visto che ho iniziato scuola una settimana dopo il mio arrivo.

Le dritte me le ha date la gente con cui ho parlato, gente del posto. Solo chi vive qui da sempre conosce i dettagli delle zone e sa darti informazioni veramente utili. Altrimenti tutto si limita ad una collezione di esperienze fatte da altri, che hanno un valore limitato, spesso anche basate su permanenze corte. Questo rischia di essere fuorviante e di condizionare tutta la tua esperienza. Un conto è sentire che una tal zona è vivibile o un tal posto vale una visita da una persona nata e cresciuta sul posto. Un altro è sentirlo da qualcuno con un’esperienza di poche settimane o mesi.

Incomparabile.

Inoltre, la propria esperienza, per quanto simile a quella di altri, sarà sempre e comunque profondamente diversa da tutte le altre. Non cercate di renderla simile, ma provate di tutto per renderla unica.

Farete errori e qualche figuraccia, ma poi, anche se non avete un blog, avrete ricordi sempre vividi e una storia da raccontare.

La peggiore figuraccia che tu ti sia mai fatto in Australia?

Mi sono fatto ripetere SEI volte le parole “FOUR DOLLARS”. Dopo tre mesi che ero qui…

Non so cosa mi sia preso, ma quella mattina non capivo assolutamente niente. Il fatto che le parole fossero di una banalità estrema, peggiora il tutto. Considerate che avevo gente in fila dietro di me che dopo la terza volta ha iniziato a ridere sommessamente. Aggiungete la faccia della commessa che non sapeva più con che tono ripetersi, fino a guardarmi con aria ostile chiedendosi se la stessi prendendo in giro.

Poi altri episodi di completa e improvvisa scomparsa dell’intero vocabolario inglese in situazioni di necessità come ad esempio al supermercato, dal parrucchiere (immaginate di sedervi davanti allo specchio e non avere la minima idea di come spiegare il taglio che si vuole. Mi veniva voglia di radermi a zero) o durante imbarazzanti telefonate per aprire un contratto telefonico.

In cosa consiste il tuo kit di sopravvivenza per l’Australia?

Quando parto per qualche esplorazione in solitaria non manco mai di riempire il mio zaino con un quaderno (e penne) per appunti, un libro, la guida di viaggio e il mio iPad. Mi piace essere sempre in grado di annotare qualcosa o cercare qualcos’altro. Così come prendermi una mezzora di relax su una rocca sopra qualche scogliera. Il mio è un viaggiare lento, per cogliere i dettagli.

Molto spesso accompagno il tutto con un flat white bollente in formato takeaway, in modo da sorseggiare il caffe mentre mi guardo intorno. Una fotocamera completa il tutto.

In generale invece faccio affidamento su tre zaini che ho imparato a riempire con tutto quello che ho in circa mezzora. Sempre pronto a cambiare se devo o se voglio, senza lasciarmi troppe cose indietro.

Compagni di viaggio

Le tue frasi celebri da quando sei lì?

Take it easy. Sarà anche banale ma riuscirci non è sempre facile. Specialmente quando sei un immigrato. Se però entri in quest’ottica allora la qualità di vita cambia radicalmente.

L'ABC per comunicare in Australia: parole indispensabili per un italiano che va nella terra dei canguri?

MATE: usato diverse volte in ogni frase. Equivalente di “amico”. Molto informale, ma usato in ogni contesto.

HOW’S IT GOING?/HOW YOU DOING? Equivalente di “come va?” te lo senti dire centinaia di volte al giorno, a cui tendenzialmente si risponde con un NOT TOO BAD MATE… che significa “non c’e’ male".

PLEASE e THANK YOU: abbondate, abusate e usate ancora e ancora. Qualsiasi cosa chiedete e qualsiasi cosa ottenete deve essere contornata da queste parole. Ci tengono molto e dovreste tenerci anche voi se non volete passare per sgarbati e maleducati. Non ve lo diranno mai, ma lo penseranno…

CHEERS: ad ogni brindisi oppure usato come forma alternativa di ringraziamento.

Siate amichevoli, ringraziate con un sorriso e vi si apriranno mille porte, anche quelle che non sapete dire in inglese.

Qual è il tuo rimedio per un tipico hangover australiano?

Prima tappa: raggiungere il cafe più vicino e ordinare la colazione con più ingredienti. Abbinare un flat white con doppio zucchero. Mangiare lentamente cercando di sembrare perfettamente sani ma consapevoli che si vede benissimo che non lo siamo.

Seconda tappa: ordinare un flat white aggiuntivo da portar via.

Terza tappa: infilarsi a letto contornati da beni di prima necessità come ad esempio due bottiglie d’acqua, telefono in carica, computer sovraccarico di film/serie tv, qualche snack al cioccolato per integrare cali improvvisi di zuccheri. Ogni dispositivo elettronico deve essere sempre in carica per scongiurare il fatto di doversi alzare per collegarlo al caricabatterie.

Per i più estremi confezione di pannoloni per eliminare del tutto qualsiasi necessita di movimento.

Quarta tappa: sparire completamente da qualsiasi social network per limitare le interazioni.

Quinta tappa: ordinare cibo a domicilio per la cena. Approfittare di questa occasione per espletare eventuali bisogni fisiologici.

Il tuo cibo australiano preferito?

Chicken burger, con avocado e lattuga, e un large flat white.

Combinazione improponibile in Italia ma che qui acquisto appena posso. Se sono a colazione allora vado di scrambled eggs con toast e un velo di burro. Ovviamente anche in questo caso abbino il flat white, a cui non rinuncio mai.

Australia

Qual è la cosa più strana che hai visto in Australia?

Più che qualcosa di specifico mi viene in mente una serie di atteggiamenti, che ad un primo impatto potrebbero suonare strani a chi viene dall’altra parte del mondo, specialmente dall’Italia dove alcune cose possono essere considerate quasi un tabu. Ad esempio girare scalzi per la città.

Da noi assolutamente impensabile e quasi passibile di condanna sociale, in Australia praticamente la cosa passa inosservata. Scalzi si entra nei locali, nei ristoranti (non tutti ovviamente), in banca o nei negozi. Qui il piede è visto come una scarpa in se, per cui non è detto che si debba indossare altro.

Penso anche al modo più amichevole che viene usato nelle interazioni tra sconosciuti. Sempre molto informale e quasi tra conoscenti. Mi ha stupito molto essere avvicinato da sconosciuti che si offrivano volontari per portarmi a destinazione dopo che mi avevano visto studiare una mappa per strada. Una volta mi hanno accompagnato in ostello in tre. Storia assolutamente vera.

Non manco mai di notare anche la facilita con cui persone appartenenti a “classi” diverse si mescolino senza problemi. Al pub si trovano impiegati e business men e addetti alle costruzioni e semplici operai, tutti allegramente a bere birra e commentare l’ennesima partita di rugby.

Nessuno fa caso a quello che fai e non viene usato per distinguerti da qualcun altro. Il lavoro qui è considerato un mezzo, non una caratteristica personale. Questo si, fa parecchio strano no?

Qual è il personaggio più particolare che tu abbia mai incontrato durante il tuo soggiorno in Australia?

Senza dubbio l’autista del “Party Bus” a Sydney. All’apertura delle porte del bus mi sono trovato davanti un personaggio con tanto calzoncini corti color kaki, maglietta lavata due milioni di volte con contorno di buchi, innumerevoli braccialetti di cuoio, metallo e chissa cos’altro ad entrambe le braccia, tatuaggi assortiti e una vasta collezione di collane. A completare il tutto un cappello tipicamente australiano con tanto di “denti di coccodrillo”.

Il soggetto ha sorriso per tutti i trenta secondi che ho impiegato ad osservarlo, permettendomi così di apprezzare un paesaggio quasi completamente spoglio di denti.

A questa visione ho realizzato che Mr. Crocodile esiste.

Gli ultimi articoli

Le 8 città economiche più belle d'Europa

Le 8 città economiche più belle d'Europa

Se vuoi conoscere meglio il nostro vecchio continente ma sei a corto di soldi, questa guida sulle 8 città più economiche d'Europa ti sarà di gran aiuto! continua

La vita dopo il confinamento: preparati al viaggio migliore di sempre

La vita dopo il confinamento: preparati al viaggio migliore di sempre

Ti chiedi come sarà tornare a viaggiare dopo la quarantena? Anche noi! Abbiamo preparato un articolo per spiegarti perchè secondo noi viaggiare sarà ancora meglio di prima. continua

14 film per viaggiare da casa

14 film per viaggiare da casa

Scopri questi film sul viaggio e gira il mondo da casa tua! continua

#hostelsarelife, gli ostelli in Italia non si fermano!

#hostelsarelife, gli ostelli in Italia non si fermano!

Il peggior virus è la paura e #hostelsarelife è l'hashtag che abbiamo ideato per raccogliere testimonianze di vita vera che ci arrivano da chi lavora negli ostelli in Italia e da chi viaggia nel Belpaese senza farsi prendere dal panico. continua

Viaggio in Slovenia con lo zaino in spalla

Viaggio in Slovenia con lo zaino in spalla

Un itinerario che parte a Lubiana e arriva a Pirano, passando per Velika Planina, Bled e Postumia, alla scoperta della Slovenia più bella tra boschi, cascate, colline, castelli, villaggi tradizionali e molto altro! continua

3 mete da sogno per un viaggio di nozze incredibilmente low cost

3 mete da sogno per un viaggio di nozze incredibilmente low cost

La luna di miele che hai sempre sognato è possibile anche a ribasso: le 3 destinazioni più romantiche per un viaggio di nozze low cost continua

Leggi altri articoli >