Diario di Viaggio a Bratislava
Questo diario di viaggio di Anna Sabbadini ci porta alla scoperta di Bratislava e Vienna, portando un interessante paragone tra le due città. La descrizione di un capodanno insolito vissuto all'interno di un tram!
La neve e il vento siberiano sono stati gli agenti atmosferici che hanno prodotto il capodanno in tram. Nelle piazze di Bratislava i concerti e il vin brulè erano una gustosa attrattiva, ma proprio allo scoccare della mezzanotte il freddo mi era a tal punto penetrato nelle ossa che non ho più resistito al richiamo del calduccio dell’ostello. Ed eccoci sul tram, io e il mio ragazzo, a brindare con i passeggeri e l’autista guardando gli scenografici fuochi d’artificio dei tanti ristoranti cinesi della città.
Poi al nostro ostello a Bratislava altri brindisi con i pochi studenti rimasti nelle vacanze di natale che, in alcune stanze a pianterreno, avevano improvvisato dei concerti di percussioni. L’edificio dell’ostello era una costruzione spettrale, a due piani, in perfetto stile sovietico. Nonostante l’apparenza, e il fatto che nessuno dello scarso personale parlasse una parola di inglese, si è rivelato molto accogliente. Dopo chilometri di corridoi bui, le stanze erano ospitali, piccole e confortevoli, pulitissime e soprattutto calde. Proprio quel che ci voleva dopo un’intera giornata a quattro sottozero.
A Bratislava siamo stati tre giorni dopo averne trascorsi altri due a Vienna, la capitale dell’ex-impero. Sarà stato questo, l’aver visto prima la sontuosità della città austriaca, che ci ha fatto apparire Bratislava un tantino scialba, quasi scolorita. Dopo il luccichio degli ori dell’Hofburg e di Shönbrunn, e soprattutto dopo i capolavori di Klimt e Schiele al Leopold Museum, i tenui colori del centro storico slovacco ci sono sembrati un po’ meno vividi. Vienna città meravigliosa, c’ero già stata dieci anni fa, ne ricordavo ancora bene le vie, le luci e l’eleganza.
Alloggiavamo all’Hotel Geblergasse un pochino fuori dal centro ma a solo qualche fermata di metro, efficientissima e veloce. L’atmosfera natalizia conferisce a questa città un fascino ulteriore che riporta la mente a un’immagine tardo ottocentesca. La decadenza dell’impero e il XX secolo emergono qua e là, come nella Haas Haus, il centro commerciale in ferro-vetro costruito nella centralissima Stephan Platz, o nel monumento alla memoria della shoah, ma per il resto tutto sembra ancora austroungarico. Le tracce dell’architettura modernista di Wagner, Loos e Olbrich ci hanno portato dal centro fino alla periferia più estrema per ammirare case, stazioni e anche i primi esempi di edilizia popolare quali il Karl Marx Hof.
Bratislava vorrebbe conservare di Vienna lo stesso stile, la stessa dimensione danubiana, ma la capitale slovacca è annacquata e inevitabilmente più povera. Maestoso il castello che si eleva sul fiume, graziosa tutta l’area pedonale del centro piena di caffè, ristoranti e negozietti. Squallida invece l’immediata periferia pantano di fabbriche dismesse e cementificazione sovietica. É sicuramente una meta molto frequentata dal turismo low-cost grazie al cambio vantaggioso che rende tutto accessibile specialmente nell’enogastronomia. Dal tipico gulasch ai ristoranti etnici ci sono un sacco di opportunità da assaggiare. La cucina locale è ottima, ricca di carni e zuppe da accompagnare rigorosamente con generosi boccali di birra.
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Diario di Viaggio scritto da Anna Sabbadini